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Unlike Western philosophy, Indian phylosophy is not the love of knowledge but is the drive towards liberation from suffering continuous stirred the soul of the body. Yoga cure our ignorance, pain that confuses Spirit and Nature, whose recovery is the isolation of the spirit. 

So yoga is a set of practices to control "changing of mind" (yogashitta vrtti nirodhah: yoga sutra 1.2) up to the meditation, to see the reality

 

According to the Yoga Sutras of Patanjali, the route consists of 8 steps (ashtanga):

 

  1. Yama; abstinence, relationships with others, negative precepts.

  2. Niyama; observations, relationship with ourselves, positive precepts Both give ethical standards to regulate our conduct. 

  3. asana; postures .

  4. Pranayama; breathing  control. Both of them (3 and 4) are necessary precondition for psychological stability. 

  5. Pratyahara; senses control, that means it shows the senses from external objects, interrupting the channels of communication with the outside world. 

  6. Dharana; concentration. Full contemplation  and lengthy. 

  7. Dhyana; meditation continuing to undermine the duality of the essence of the object taken to reflect.  Point 5,6 and 7 is summarized in Samyama: the high point of the triple concentration in which yogi fixes his gaze inward on an object using attention. 

  8. And here you come to the realization  ....... Samadhi itself.

 

 

A differenza della filosofia occidentale, quella indiana non è l'amore per il sapere ma è la spinta verso la liberazione, suscitata dalla sofferenza continua dell'anima del corpo. Lo yoga cura la nostra ignoranza, il dolore che confonde Spirito e Natura, la cui guarigione è l'isolamento dello spirito.

Quindi lo yoga è un insieme di pratiche per controllare le "modificazioni della nostra mente" (yogashitta vrtti nirodhah: yoga sutra 1,2)  fino ad arrivare alla meditazione, e cioè a vedere la realtà.

 

Secondo lo Yoga Sutra di Patanjali, l'itinerario è composto da 8 passi (ashtanga):

  1. Yama ; astinenze, rapporto con gli altri, precetti negativi.

  2. Niyama; osservazioni, rapporto con noi stessi, precetti positivi.      Entrambi danno norme etiche per regolare la propria condotta.

  3. Asana; posture.

  4. Pranayama; controllo del respiro.                                                     Entrambi (asana e pranayama) portano alla stabilità fisica che è il necessario presupposto della stabilità psichica.

  5. Pratyahara; controllo dei sensi, cioè ritrae i sensi dagli oggetti esterni interrompendo i canali di comunicazione con il mondo esterno.

  6. Dharana; concentrazione. Contemplazione completa e protratta.

  7. Dhyana; meditazione continuativa fino a scardinare la dualità dell'essenza dell'oggetto preso per meditare .                                     il Nei punti 5,6 e 7 si riassume in Samyana: momento culminante della triplice concentrazione in cui lo yogi fissa lo sguardo interiore su un oggetto per mezzo dell'attenzione.

  8. Ed ecco che si arriva al Samadhi....... la realizzazione si sè.

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